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Agli scrittori novellini 87

gittimamente le màcchine tipogràfiche: spero, peraltro, di essere a quella di esprìmere — se non di fare accettare — una mia opinione. E questa opinione è che il diritto di stampa non debba assolutamente restringersi alle sole idèe degli uòmini fatti. Anzitutto, per diventar ltuoni scrittori, occorre ^e sfido voi a trovarmi un modo diverso) di apprèndere.... a scrìvere, ossia occorre di scrìvere mollo, addestràndovisi di prest’orfl. Chi può, del resto, impedire, che uno — qualunque sia la sua fede di nàscita pensi, inèditi, e dia poi alle proprie meditazioni un poco d’inchiostro ? Senonchè, uni volta scr Ito, è pure utilissimo che il giovine si consigli ai provetti — non è vero?... Or bene, oual differenza trovereste voi tra il consegnare un manoscritto a dieci persone una dopo dell’al- tra o a dieci contemporaneamente? tra il farlo lèggere a mille piuttosto che a dieci ?... Se differenza vi ha, è tutta a favore del caso dei mille. Spesso avviene, difatti, che una persona isolata emetta un parere, per cortesìa, bugiardo ; per certezza d ingegno, incompleto ; per invidia, ostile : la media invece del giudizio dei mille non potrebbe èssere solitamente troppo discosta dalla verità, \mmesso il che — e perchè non dovrèbbesi ammettere ? — chi non vede che la è questione affatto secondaria quella di adoperare, per moltiplicare le copie de* nostri lavori, un alfabeto di piombo, un ràpido rullo di stampa, un torchio a vapore, anziché una penna d’oca, un calamaio, le pigre dila di un amanuense ? Ma l’argomento, come suol dirsi, della chiamila pei nostri cordiali nemici, è quello che lo scrittore che stampa precocemente, può — fatto grigio ed illustre — arrossire degli incancellàbili sbagli da esbO anticipati nel pùbblico. Rjj-