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Agli scrittori novellini |
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gittimamente le màcchine tipogràfiche: spero,
peraltro, di essere a quella di esprìmere —
se non di fare accettare — una mia opinione.
E questa opinione è che il diritto di stampa
non debba assolutamente restringersi alle sole
idèe degli uòmini fatti. Anzitutto, per diventar
ltuoni scrittori, occorre ^e sfido voi a trovarmi
un modo diverso) di apprèndere.... a scrìvere,
ossia occorre di scrìvere mollo, addestràndovisi
di prest’orfl. Chi può, del resto, impedire, che
uno — qualunque sia la sua fede di nàscita
pensi, inèditi, e dia poi alle proprie meditazioni un poco d’inchiostro ? Senonchè, uni volta
scr Ito, è pure utilissimo che il giovine si consigli ai provetti — non è vero?... Or bene, oual
differenza trovereste voi tra il consegnare un
manoscritto a dieci persone una dopo dell’al-
tra o a dieci contemporaneamente? tra il farlo
lèggere a mille piuttosto che a dieci ?... Se differenza vi ha, è tutta a favore del caso dei
mille. Spesso avviene, difatti, che una persona
isolata emetta un parere, per cortesìa, bugiardo ;
per certezza d ingegno, incompleto ; per invidia, ostile : la media invece del giudizio dei
mille non potrebbe èssere solitamente troppo
discosta dalla verità, \mmesso il che — e perchè
non dovrèbbesi ammettere ? — chi non vede che
la è questione affatto secondaria quella di adoperare, per moltiplicare le copie de* nostri lavori, un alfabeto di piombo, un ràpido rullo
di stampa, un torchio a vapore, anziché una
penna d’oca, un calamaio, le pigre dila di un
amanuense ?
Ma l’argomento, come suol dirsi, della chiamila pei nostri cordiali nemici, è quello che lo
scrittore che stampa precocemente, può — fatto
grigio ed illustre — arrossire degli incancellàbili sbagli da esbO anticipati nel pùbblico. Rjj-