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86 | L'ALTRIERI |
La 3.a edizione dell'Altrieri (Roma, 1881) era preceduta da questa prefazione dell’Autore:
AGLI SCRITTORI NOVELLINI.
Quando — diciottenne — a sèmplice sfogo di fantasìa, senza alcuna pretesa di riformare la lingua e le idèe correnti, senza la mènoma
preoccupazione di piacere o spiacere alla onnipossente gazzetterìa, io scrissi e diedi alle stampe il mio "Altrieri"; (piando l’èsile libro
uscì, la prima volla, alla luce, o, per dir meglio,
all’oscurità degli armadi dei cento amici e parenti cui lo donavo, molti di questi, non a ine
ma tra essi, èbbero a confidarsi il loro malcontento perchè il Cadetto si fosse messo sì presto a stampare» — aggiungendo caritatevolmente, che, fatto grande, me ne avrebbe potuto dolere.
Trédici anni sono passati da allora, la mia
esperienza è, più che matura, già marcia, e,
non solo non sento rimorso alcuno di quel mio
adolescente peccato, ma lo ristampo. Per quanto
abbia cercate, pesate, analizzate le ragioni del
dispiacere di que’ mièi bravi amici e parenti,
confesso di averle allora capite pochissimo e di
capirle oggi ancor meno. Davvero, io non posso
supporre, che, a breve distanza dal ventèlimo
sècolo, perdurino diHìdenze e sospetti contro
l’arte di Pam fi lo la ferrovìa dell'umano pensiero debbo (piindi pensare che tutto l’allarme,
in simigliatile partita, non riguardi che i «>io-
vanf, autorizzati a varcare qualunque soglia impudica, purché non sia quella delle tipografie.
Trédici anni or fà, ho inghiottito tacitamente il
rimpròvero, contentàndomi di far in modo di
rimeritarlo il più possibile presto : oggi, rispondo
con queste poche parole. Ancor non son certo
di èssere giunto all’età di méttere in moto k*-