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E qui mi fermo 85

del signor maestro di scuola: a manca, siedono quelle due care ànime nella pupilla di cui, bevo, tratto tratto, le idèe. La prima è una donna di mezza età, pàllida, colla capigliatura nera, liscia, e con lo sguardo accarezzante : l’altra, una fanciulla di quattórdici anni, dai capelli crespi, come spolverizzati di oro e dagli occhi vispissimi : quella, la quale avvolge del filo su’n dipanino, è mia mamma ; questa (che, con le mani distese e la matassa allargata, le serve da guìndolo) mia.... Una mia cugina.

A rivederci.

Milano, 1868.