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La Principessa di Pimpirimpara 77

clic la potenza, la quale nessuno ebbe nò avrà nini, di acchiapparli con invisìbili maglie, di prcscntàrveli come vennero a me, bisognerebbe clic voi, per non trovarli ridìcoli, per non trovarli bambinerìe, foste, leggendo, nella medésima disposizione di spìrito del loro scrittore. Il che. fra noi, non può èssere. Quando la fantasìa nostra si affolla, (piando ci scordiamo di vìvere con pelle ed ossa, un libro — stretto da noi e con amore, prima — ci sfugge inavvertitamente. Dunque, pazienza. Vi accennerò solo che, alla fin fine, schiacciata entro lo staccio, tutta la hiribara de’ mièi pcnsieroni non la filava altro di questo: che ringattimento della contessa di Nievo per mè — quantunque mezza-bottiglia era fuori del forse e die io riamàvala alla spietata.... E allora ? Dormi — consigliommi la polpa. Bah ! avevo trincalo troppi romanzi. Scrivi — mi vellicò, dall’allro orecchio, l‘i- maginazione. Io sobbalzai. Tua lèttera, eh? E come ne intravidi, l’idèa, di colpo, con quella stessa foga che, pochi mesi innanzi, pressàvami a comperare — venti per volta — le scàtole de’ soldatini di stagno, diedi di grappo alla cartelletta, f aprii, inli usi nel calamajo la penna.... cominciai.... CON.... Ma — in questa — il lume impallidisce e, bizzarri suoni di una metàllica musica, simile

i quella di certi Umilili organetti germànici,

pnjonmi gariglionare dal teatrino che mi sta in faccia : il lume si smorza ; voi fate un sìbilo.