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76 lValtrikri fatto, partendo, di riverire gli òspili, e come, accompagnata la contessimi, giusta il suo desiderio. fino a pie' della scala e sospirato all'ùltima languidissima occhiala di lei e vistala scomparire, ravvolla in un bianco scialle, nella carrozza, presi a camminar verso casa sotlo una folta neve senza nemmeno aprire il paraqua, poi, giùntovi, slelli un buon (piarlo d ora, frugando e ri frugando nelle saceoeeie, prima di rinvenire la chiave della porta di strada, una chiave, diàvolo ! lunga dieci centimetri. Con tutta la mia agitazione, peraltro, riuscii, come già sapete, fortunatamente, a non far cigolare gli usci e ad entrare nella càmera ; non intoppando in spìgolo alcuno, nè interrompendo, un àttimo, a Giorgio il suo tranquillo respiro. Entralo, in vece mia, buttai sul letto (dalla solleticante rimboccatura, con due calzerotti di lana rossa al guanciale la tuba, i guanti, il sopràbito e, punto badando alle palpebre che tiravano a chiùdersi, mi lasciai cadere su di una sedia presso alla tàvola, sopra la quale avèo allogato il lume e a capo di cui — basso il tendone — piantàvasi un teatrino porlàbile, delizia di Giorgio ed anche spesso mia. E lì, poggiài sulla tàvola i gòni ili : fra le mani la testa.... a scoppiar bolle di aria. Che tuttavìa contenessero mai, mi duole, mièi cari, di non potèrvclo dire. Punto primo: egli è impossìbile di imprigionare — salvo che (Unirò un rigo da mùsica — certi pensieri che fra di loro si giùngono non già per nodi grammaticali ma per sensazioni delicatissime e il cui prestigio slà tulio nella nebulosità dei contorni : un tentativo di abbigliarli a perìodi con il h»r verbo, il soggetto, il complemento.... so io di molto ! li fuga. Punto secondo: avessi io aa-