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La Principessa di Pimpirimpara 71

Io arrossii fino alla sèttima pelle : stringendogli la mano, lo ringraziai.

Bene — fui al festino.... Ma, alt! Prima di proseguire, è d’uopo ch’io vi presenti la spiegazione — intraveduta forse, pel buco della serratura, da qualcuno di voi — intorno a fatti toccati di già e, per sopramcrcalo, vi unisca altre poche parole, allineile quelli che seguiranno spièghinsi da loro medésimi a voi senza nuove postille.

CASA E PERSONA DEL VOSI HO AMICO SCRITTORE.

Circa la prima, sappiate, i mièi carissimi, che ora gli occhi della nostra pentola vedevano un’altra gola di camino, ben più stretta, ben più lunga dcH’anlica ; vedèvano la cappa di una città. Babbo, con tutta la sua economìa, non pagava più tasse sopra la maggior parte delle possessioni di casa due anni, pensale, clic si tagliava, per così dire, il frumento colle ce- soje e Io si stendeva a seccare nei cassettoni ! due anni che si vendemiava coi panieri da calza !) babbo dunque, alliltalo il poco avanzà- toci, tasta di quà, tasta di là, giungeva alla fine a trovarsi un buon impiego nella vicina città qual segretario in una pùbblica amministrazione. Del rimanente, il trasporto della nostra pignatta. Io avrèbbero richiesto anche i mièi studi. Non era ancor l’anno dalla partenza di (ihioldi, che, scivolato al grosso Proverbio il piede su «pie* pericolosi suoi pavimenti, rompeva a sè il collo, a noi canarini il graticcio — (piindi — non più maestri, non libri !... figuràtevi.... già minacciavo una ricaduta nella poltronàggine e n Ila cattiveria. Ma venne la risoluzione di bah-