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La Principessa di Pimpirimpara 69

IL COME.

Io mi sedeva giusto a tavolino fra le dòdici e un'ora, non so se istroppiando i miei pensieri entrò un sonetto o imbrodolàndovelf di aggettivi, quando mamma, avanzatasi cheta cheta nella'stanza, depose davanti a ine un.... chissà-mài.... incartato di azzurro.

Io levai hi testa. Mia sorrise : — ficcolo. — Al papa i versi i (lettili la matita e, d una ni tuo febrile, tolsi dalla cappelliera un cilindro incamiciato di carta finissima, svolta la (piale, scoprii un cappello, nero come inchiostro di China, lùcido più di un bicchiere molato. Cal- cànclotnelo in capo corsi al mio consigliere di vitro, lo interrogai.... o l idi ì ìi primo tratto ne fui malcontento ; mi smaltì 1 entusiasmo. E, certo, la rabbiolina mi trapelava sul viso, perocché mamma, premurosa, mi disse : Bibì, non isti zzi rU. Il cappello nuovo, vedi, è un arnese cui ci bisogna assuefare. Domandale) un po’ alle donne ! sentirai. E ci vuole anche 1 assieme. Bibì.... I ua cravatta pulita, una giubba elegante, un panciotto.... — Io disarmadiài di furia i chiesti abbigliamenti: ma mi uà andò a chiamare babbo. E questi venne, poi soprugiunse una vecchia prozìa, n sèguito la cuci ni era : tutti ad una voce — salvo nondimeno (ìiorgetlo il (piale borbottava che il mio berrettone da mago gl» metteva paura e giurava sfondarmelo, così acquistando un severo : ciarlino ! e rincantucciando poi con greppo e broncio ; — tulli, dico, concilili- Sero che un più gentile cappello non l’avèvano