Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
316 | POESIE |
Che mi esce il cor dal petto
Solamente a pensarlo.
Ho narrati gl’inganni,
Che a me son stati detti, ho raccontati
I pericoli gravi,
Che questa notte ho corsi:
Ma tu come ingannata?
Chi fu lo scellerato,
Che si prese diletto in tormentare
L’anima d’una vergine?
Gel. Ella è stata Atalanta, e col suo dire
Mi mise il core in dubbio, e per chiarirmi
Volli venir io stessa,
E per andar secura
Nell’ore della notte,
Di questi vestimenti io mi copersi;
Ciò che poscia avvenuto
Mi sia, dianzi narrollo Telaira;
Ma chi loro abbia mossi
A così travagliarne, a più bell’agio
Noi ne ricercheremo,
0 Filebo di quanti
Biasmi, di quante ingiurie
Contro te dette, io devo
Dimandarti perdono.
Tel. Questa notte trascorsa
Con tanti fieri rischi, o Gelopea,
N’ammaestra, ch’omai
Fornir dobbiate i vostri onesti amori.
Io vi prego vogliate
Accettar mio consiglio,
Andiamo incontanente
A trovarne Atalanta, e raccontiamo
Gli strani avvenimenti trapassati,
Dappoi la pregheremo
Che voglia accompagnarci
Con sue buone preghiere,
E far sì, che tuo padre, o Gelopea,
Voglia omai queste nozze,
Che voi volete, e mostri,
Che son volute in cielo.
Gel. Facciam, come tu vuoi.
Tel. Or moviamo oggimai,
Fil. Io, perchè nel mio core
Non entrò mai pensiero
Salvo d’onesto amore, ho per costante,
Che Dio m’abbia guardato
Da’ pericoli corsi; e parimente
Ei sarà per guardare
Sempre qualunque amante
Amerà drittamente.
IL RAPIMENTO DI CEFALO
Rappresentato nelle nozze della cristianissima regina di Francia e di Navarra
MARIA MEDICI BORBONA
INTERLOCUTORI.
Poesia. fa il Prologo.
Aurora.
Cefalo.
Titone.
Oceano.
Febo.
Amore.
Notte.
Berecintia.
Giove.
Coro di Cacciatori.
Di Tritoni.
Di Amore.
Di segni Celesti.
Di Dei.
Fama dà la licenza.
PROLOGO
LA POESIA
Per serenar il cuor negli altrui cori
Favoleggiando in misurati accenti
Io nelle nobil menti
Spiro dall’alto ciel sacri furori,
E di chi prezzo, ed amo
Agito i petti, e Poesia mi chiamo.
Vo colà pronta, ove virtù m’invita:
Quinci a te scendo riverente, inchina,
O inclita reina,
Cui l’alma Italia qual suo pregio addita,
Cui Francia alta desira,
E cui l’Esperia, e ’l suo gran mondo ammira.
Già sulla cetra degli Amor compagna
Le glorie io fei di tua beltà sì chiare,