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310 POESIE

     Per l’ore della notte? in
     Che ti conduce? io già non son si seiocca,
     Ne così poco esperta
     Delle cose del mondo,
     Che non comprenda che ti è fatta forza
     Da stimolo d’amore:
     Se tu sarai scoperta,
     Si come agevolmente
     Ti potrebbe avvenir per mille vie,
     Credi ch’a tuo padre
     Non ne verrà notizia?
     Ed egli credi tu, che sia per starsi
     Dolcemente con teco?
     O tu forse possente
     Sarai per fargli credere, ch’onesto
     Sia stato il tuo viaggio?
     Misera me per certo
     Io son troppo vivuta:
     Vedendo queste cose.
Gel. Nè stimolo d’amore
     Licori mi fa forza,
     Che seco abbia alcun vizio,
     Ne dentro questi panni in mezzo l’ombre
     Della notte è possibile, che alcuno
     Certo mi riconosca;
     E quando io fossi conosciuta, quando
     Ne giungesse notizia anco a mio padre,
     Aprirei la cagione
     Del mio cammino, ed ella mi porrebbe
     Fuore d’ogni molestia.
Lic. Or s’è cotanto giusta
     La cagion, che ti move o Gelopea,
     Almen fammene parte,
     Ch’altramente con l’anima turbata
     Non son per stare in vita
     Non ch’io deggia ubbidirti,
     Or tiriamoci alquanto più lontano
     Del nostro albergo, acciò securamente
     Possiamo favellare.
Gel. Già sai tu, che Filebo
     Faceva apertamente
     Le viste d’adorarmi,
     Non che d’amarmi, or s’egli fintamente
     M’amava io non lo so, so ben che vero
     È stato, ed è l’amore,
     Onde l’ho amato, ed amo;
     lo con gran desiderio mi sarei
     Seco sposata, ed egli
     Mostrava desiarlo;
     Ma pur mio padre è stato sempre avverso,
     Dicendo, che non era
     Onor di nostra casa
     Darmi ad un poverello.
     lo contra voglia sua non ho voluto
     Dispor di mia persona:
     E non vorrò giammai.
Lic. Ottimamente hai fatto
     La mia fanciulla: Dio ti benedica.
Gel. Ma ben dall’altra parte io son disposta
     Di non voler marito.
     Se non solo Filebo..
     Ciò non è biasmo alcuno,
     Col marito per sempre
     Dura la compagnia;
     Altri deve pigliarlo a suo talento.
     In questo stato d’animo vivendo, é
     Viemmi fatto sapere,
     Che Filebo non mi ama;
     Ma che fingendo amarmi, egli procura.
     Guadagnar quella dota,
     Che può sperar dalla ricchezza nostra;
     E così va cercando
     Or questi, or quelli amori,
     E che pur questa notte
     Ha da trovarsi nel fenil d’Alfeo,
     Con esso una fanciulla.
Lic. Ah non fedel garzone,
     Or con si fatto cambio
     Pagarsi dee la vera
     Fede d’una donzella?
Gel. Dunque ho preso consiglio
     Di vestirmi come uomo,
     E gire in quella parte ascosamente,
     E veder se per vero
     Ei vien meno alla fede,
     Ond’è tenuto amarmi.
Lic. Se pur altro non vuoi
     Salvo esser fatta certa
     Se Filebo è per gire in quel fenile.
     Perchè vuoi porti a risco
     D’alcuna disventura?
     Non sono io buona a pormi
     A così fatto aguato?
     Temi, tu, che con fede io non riporti
     Qualunque avvenimento?
Gel. Licori una bugia,
     Ed una verità, ch’è per costarmi
     Tanto di pena, e tanto di conforto
     Io non voglio fidarla,
     Che alla propria vista;
     Tu rimanti in riposo,
     E vegghia volentieri
     Per amore di me queste poch’ore.
     Quando ritornerò trarrotti un sasso
     Alla finestra pianamente, allora
     Mi darai la scaletta,
     Ed io verronne, questo
     In somma è quel servigio,
     Che a te fia nulla il farlo,
     E l’accettarlo a me fia somma grazia.
Lic. E se tuo padre non ti vede a desco,
     E dimandi di te, come poss’io
     Celar la tua partita?
Gel. E tu risponderai,
     Che gravezza di testa,
     M’abbia pigliata, e ch’io
     Però mi son colcata, e ch’io riposo.
Lic. Carissima figliuola
     Questi pensieri a te gli detta Amore;
     Ma pensa che sovente
     Sono interrotti i pensamenti umani,
     Tutto che sian ben cauti.
     A me trema nel petto
     Il core, e sbigottisco
     Solo a pensar, che tu debba soletta
     In questa oscura notte
     Andar per la campagna;
     Or se mai si sapesse,
     Che sarebbe di me? della mia fama?
     E di mia vita? alla mia sola fede
     Ha tuo padre com messo
     L’onor di tua persona, a cui congiunto,