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210 poesie

L’immenso suon divinamente ei disse:
Venuto è l’ora che ’l signor degli Unni
20Saldo dispregiator di mia pietate
Con la giustizia si corregga; ho scelto
Per leale ministro a dargli morte
Foresto illustre regnator d’Ateste,
Nipote d’avi che in seguir virtute
25Diedero a lui ben manifesto esempio,
Ed egli è tal che sferzerà ben forte
A gloria procacciar figli e nipoti;
Ma di presente non bastante all’arme
Tra fasce e piaghe ha per albergo il letto;
30Tu movi e porta a lui salute e forza
Da reggere armi: più non giunse, e tacque
La sempre invitta ed eternal possanza:
Allor per tutto il cielo arse di lampi
Nova chiarezza, e le falangi eccelse
35Dell’esercito eterno alzaro note
Cantando del gran Dio le glorie immense:
Ma lascia Pietro de’ supremi campi
La non per or da misurarsi ampiezza,
E prende il volo suo verso Oriente
40Nel basso mondo: ei rassembrava stella
Che d’ore striscia per seren notturno;
Ne si posò che nel mirabile orto,
Onde mal saggio discacciossi Adamo
Dentro non fosse; ivi per aria lieta,
45Che non sa d’aquilon soffrire oltraggio
Sorgono piante, a cui non lascia aprile
Unqua di frondi vedovarsi i rami,
E s’allegrava tutto il suol de’ fiori,
Quanti ne soglia disiar lo sguardo
50Per suo conforto, infra cotanti un solo
Ne colse Pietro; ed era il fior contento
Pur di tre foglie, una verdeggia, l’altra
Era qual pura neve, e qual piropo
Splendea la terza sfavillando in ostro:
55Così fornito se ne vien del cielo
L’alto messaggio là ’ve giace infermo
Il campion destinato alla grande opra:
Correa la notte, e del cammino oscuro
Era sul mezzo, e gli animanti in terra
60Tutti godeano in disïato sonno;
Ma non Foresto chiudea gli occhi, e posa
Dava nel petto a’ gravi suoi pensieri;
Ansi spiaceva a sè medesmo, e caldi
Traca sospir quando ascoltava il suono
65Delle trombe alla guerra eccitatrici,
Dicendo seco: sen andranno a terra
Queste onorate mura, e ch’io tirassi
Colpo di spada per le sue difese
Sul punto estremo non sarà memoria?
70Si fatto onor per così bella impresa
Illustrerammi? e per si fatto assalto
Tra sommi duci volerà mio nome?
Così dicendo ora il sinistro, ed ora
Il lato destro rivolgea tra’ lini
75Tutto cruccioso di non cinger spada:
Ed ecco entrar del regnator superno
Il messaggier nella rinchiusa stanza
Difondendovi dentro un mar di lampi:
Vinto Foresto con le man fa schermo
80Al subito ferir del troppo lume:
Ma Pietro fa volar suono celeste
Formando note umanamente, e disse:
Foresto, io scendo dalle altezze eccelse
Del Paradiso: l’immortal possanza
85Del sempre invitto correttor del mondo
Mi manda a te: dammi l’orecchio, e credi:
In questa notte ha da condursi a morte
Attila scellerato: or tu disponti
A troncar con tua man l’indegna vita;
90Opra, che fia possente a porre in corso
L’alme ben nate, ed acquistar corone;
E veggio un forte fra gli altier nipoti
Farsene specchio tal, che presso al Lambro
Spegnerà re non men feroce ed empio;
95Degli altri io tacerò; fama non vana
Alto ne canterà di tempo in tempo:
Qui tacque ed indi col mirabil fiore
Toccò le piaghe, ed elle venner sane;
E del corpo guerrier le nobil membra
100Doppiaro forza: più veloce il piede,
Il polso della man via più gagliardo,
E per le vene via più ferve il sangue;
Onde in guisa cotal Pietro ragiona:
Della bramata giovenil fortezza
105Jo ti lascio giojoso; or vesti i panni,
E vesti l’armi; io riporrotti in mezzo
Degli steccati,, ove riposa l’Unno;
Qui tacque: ed indi al cavalier s’invola:
Ratto Foresto delle vesti usate
110Adorna il busto rinfrancato, e cinge
Brando temprato su maestra incude
Con lungo studio, ed adornò non manco
La fronte giovenil d’elmo lucente,
Che ricco incendio di piropi ardenti
115D’ognintorno versar non è mai stanco;
Al fine imbraccia di ben saldo acciaro
Ben forte scudo, in cui di perle spiega
Gangetico tesor; candide piume
L’aquila Estense, quando armato il mira
120Pietro nel porta infra le regie tende,
Ove posava il regnator degli Unni:
Notte correva intanto, e più che’l mezzo
Omai fornito avea di sua carriera;
E mirarsi facean l’eteree piaggie
125Popolate di lumi, onde per l’ombra
Potea gioirsi di chiarezza in terra:
E Pietro disse al bon Foresto: il campo
In che provarsi dee la tua virtute
Hai qui presente; tu rinfranca il core;
130E se qui spenderai la nobil vita,
Fia bene spesa, e così detto ei sparve.
II Cavalier pien di pensier volgea
L’animo forte a cominciar l’assalto;
Ne molto dimorò; schiera d’armati
135Moveva intorno a visitar le guardie
Di quei ripari, ed incontrossi in lui;
Dorielo il Duce alza la voce, e grida:
Donde si vien? dove si va? chi siete?
Rendimi il nome: il cavalier celeste
140S’avvento crudo, e gli squarciò la strozza;
E quei sgozzato traboccò sul piano:
Come talora all’apparir d’Arturo
Fulmine ardente, che scoscende i nembi
Lampeggia e tuona in un momento, e fere;
145Cotal Foresto mise man al brando,
Spinse la destra, e lacerò quell’Unno
in un sol punto; e come quercia in monte
Ove scherniva il minacciar degli Austri
Subito casca fulminata, e lunge