Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
del chiabrera | 175 |
Io di vigor già scemo,
Che per via crollo e tremo,
Sparso di neve il mento,
Deggio aver pensamento
25Di femminil bellezza?
O Bacco, o mia ricchezza,
O miei leggiadri amori,
O de’ tuoi bei licori
Quanto mi fora cara
30Una bella inguistara.
LII
Sull’età giovane, ch’arida suggere
Suol d’Amor tossico, simile al néttare,
Quando il piangere è dolce,
E dolcissimo l’ardere,
5Celeste grazia sovra i miei meriti
A me mostravati, Vergine nobile.
Oh che agevole giogo!
Che piacevole carcere!
Or gli anni agghiacciano: lagrime e gemiti
10Or più non amano Vergine, e se amano,
Amano lucido ostro,
E vin gelido, amabile,
Del qual s’io ricreo l’aride viscere,
Le Muse celebri subito sorgono,
15Ed or temprano cetre,
Ora fistole spirano.
Se questi piaccionti musici studii,
Andrò cantandoti, Cigno per l’aria;
E tu volgimi gli occhi,
20Che altrui l’anima beano.
LIII
Ditirambo all’uso de’ Greci.
In questa angusta Terra,
Brevissimo soggiorno de’ mortali,
Stuoladdensate pene
Ognor muovono guerra:
5Ecco l’alme reali
Non mai disattristate
Curvaccigliata ambizion disbranda;
E le dimesse menti ognor tormenta
La corinfestatrice Povertate:
10L’arcier di Citerea
Disviscera ad ognor la Giovinezza;
E gli spirti canuti
Guaiscono ad ognora
Sotto la disamabile vecchiezza:
15Or come, e da che parte
Per noi conforto spererassi? e quale
Del viver lieto insegneranne l’arte?
L’almo Infante,
Cui trasse il gran Tonante
20Dal grembo della madre incenerita,
Il qual poscia
Dalla paterna coscia
Binato sorse a sempiterna vita:
Ei spemallettatore
25Mette in fuga le noje;
Egli vitichiomato
A se chiama le gioje.
Buon Lïeo,
Buon Dionigi,
30Buon Niseo,
Chi di lui canta sia novello Orfeo.
Bella Filli, e bella Clori
Non più par pregio a tue bellezze, e taci,
Che se Bacco fa vezzi alle mie labbra
35Fo le fiche a’ vostri baci:
Regni Bacco il cacciaffanni;
Ei riversa nell’alme alma virtute;
Ei fa tornar nelle stagion canute
L’allegrezza de’ freschi anni.
40Regni Bacco il cacciaffanni.
Or che ricopre il cielo
Il nubaddensatore Austro piovoso,
Recami di Rovajo
Le ben care ricchezze, io dico il gelo,
45Sicché nel caldo agosto
Io goda d’un freddissimo gennajo.
Discendi, Callinice,
Nella profonda grotta,
Discendi, esperta vinattingitrice,
50Che quando bevo, allotta
Io divengo felice.
Piropi di Perù,
Vene di Potosi,
Sollevo gridi, e chiaramente il dico,
55Di voi non mi cal più:
E te, sangue Ottomano,
E sangue di Quirino,
Prendo a scherno altresì:
Fonte di nobiltate,
60Ed arca di tesori,
E nobil mosto in ben cerchiato tino,
O Callinice, acqua nevata e vino.
Cara di Bacco Napoli,
Felice te, che pigi
65Meladdolciti grappoli,
Per te vendemmia su bel colle aprico
Consolatrice lagrima
Pausilippo uvamico:
Lagrime di Piropo,
70Onde lo scaltro Ulisse
Spense l’unico ciglio
All’immenso Ciclopo,
Se sottraendo da mortal periglio:
Misero lui, se nell’orribil speco
75Si fidava nell’armi di Vulcano,
Ed il nettareo suco,
Che distilla Niseo, non avea seco.
Non move dunque invano
Apollo il Cetrarciero,
80Che del buon Bacco va cantando i vanti;
O bella Euterpe, secondiamo i canti.
Figlio di Semele,
Chi non ti celebra
Ne’ golfi di Nereo possa affogar.
85Me per tal colpa
Non vedrà mai dolente
Lo spezzantenne, e formidabil mar.
Or che dico io?
È nelle ricche corti
90In pregio il Tesorier;
Ma se miei voti
Fossero uditi, esser vorrei Coppier,
E se troppo desiro,