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del chiabrera | 173 |
Nel dolor dell’empia sorte:
Di qui vengono a’ guerrieri
35Fier pensieri
Nell’orror dell’empia morte.
Quale al mondo avria dolcezza
La ricchezza
Senza aver questo tesoro?
40E non son tutti felici
I mendici,
Se son ricchi di quest’oro?
Evoè padre Lico,
Tioneo,
45Bromio, Bacco, Dionigi:
Evoè padre Leneo,
Bassareo,
Ecco io seguo i tuoi vestigi.
Evoè tutto ederoso,
50Pampinoso;
Ecco movo i passi erranti,
E di nebride coperto,
Nel deserto
Vo’ cantar fra le Baccanti.
55Evio ancor non era nato,
Che infiammato
Giove orribile scendea,
E dell’alte fiamme accense
Arse e spense
60L’alma vergine Cadmea.
Di qui l’inclito fanciullo,
Che trastullo
Pur non nato ebbe di fiamma,
Se con altri o scherza, o giuoca,
65Ei l’infoca,
E lo fulmina, e l’infiamma:
Ma se il mondo ha schifo il core
Di furore,
Di Niseo l’orme abbandoni,
70Che io per me vo’ che le vene
Mi sian piene
E di turbini, e di tuoni.
Su di Tirso arma la mano,
Gran Tebano,
75Sgombra il vulgo a me davanti:
Su, che il sangue or ferve, e spuma,
E m’impiuma
Le parole, ond’io ti canti.
Ma com’è, ch’or io rimiri,
80Che si giri
Per lo cielo un doppio Sole?
Mugghia l’aria, e seco insieme
Il mar freme
Più feroce, che non suole.
85Oh che nembi! oh come bruna
Notte aduna
La caligine d’intorno!
Deh dormiam finch’esca fuora
L’alma Aurora
90A menarne il nuovo giorno.
Buon Castel, con sì fatt’arte
In gran parte
Tranquillossi il Saracino:
Or se mai t’assal dolore,
95Arma il core
Di bel canto, e di buon vino.
XLVII
Che i suoi anni vogliono anzi bevere,
che amare.
Perchè mostrarmi a dito?
Son io forse schernito
Perchè Neera ammiro?
E sua beltà desiro
5Già vecchio divenuto?
Dunque così canuto
Non saprò sospirare?
Non saprò lagrimare?
E con mesti sembianti
10Far l’arte degli amanti?
Non averò parole
Da chiamarla mio Sole?
Bella sovra ogni bella?
Reca l’arpa Nigella,
15Recala tosto, or odi,
Se saprò dir sue lodi.
Carissima Neera,
Che d’ogni pregio altera,
Quale cipresso, o pino
20In giogo d’Appennino
Ti sollevi sublime.
Oimè perdo le rime,
E se ne van dispersi
Gli accenti entro i miei versi.
25O sacri Aonii chiostri,
Perchè de’ favor vostri
Oggi mi scompagnate?
Io mel so; voi dannate
Per tal via mia sciocchezza
30Che volge la vecchiezza
A giovenili amori:
Or così vada; o Clori,
Via via colle man tue
Non una coppa o due,
35Ma se discreta sei
Colmane cinque, o sei.
Riccia, Gandolfo, Albano,
Caprarola, Bracciano
Salderan mia ferita:
40In sì spossata vita
Trattare amor non deggio,
Se io ne tratto, io vaneggio.
XLVIII
Invito a bevere.
Aure serene e chiare
Spirano dolcemente,
E l’alba in Orïente
Ricca di gigli, e di vïole appare.
5Sulla sponda romita
Lungo il bel rio di questa riva erbosa,
O Filli, a bere invita
Ostro vivo di fragola odorosa.
Fra mie tazze più care
10Reca la più diletta,
Quella dove saetta
Amor sopra un delfin gli Dei del mare.