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del chiabrera 139

     Al nudo pargoletto,
     Che siccome augelletto
     Per l’aria trascorrea,
     40E così gli dicea:
     Saettator fornito
     D’alto foco infinito,
     Onde ogni cosa accendi,
     A che pur or discendi
     45Ne’ miei liquidi campi?
     S’ardi con tuoi gran lampi
     Questi cerulei regni,
     Ove vuoi tu, ch’io regni?
     In mezzo a queste note
     50Ella sparse le gote
     Di stille rugiadose
     Ed Amor le rispose:
     O Reina del mare,
     Per Dio non paventare;
     55Cessa i nuovi timori,
     Che quegli antichi ardori,
     Che quegli incendj miei
     Tutti l’altr’jer perdei
     Su i liti Savonesi:
     60Là de’ miei strali accesi,
     Là dell’arco cocente,
     Là della face ardente
     Oggi fatta è Signora
     La bella Leonora.

XCII

Lusinga.

Dolcissimo ben mio,
     Io ben come desio
     Ognor posso adorarti,
     Ma non posso lodarti
     5Ognor come desio,
     Dolcissimo ben mio

XCIII

ALLA MANO DI ASSENZIA

Ninfa del mar Tirreno.

La Man, che n’ha la chiave
     Già mi aperse soave
     Rio d’amoroso mele,
     Or solo assenzio, e fiele
     5Ella per me trabocca.
     O Man, deh tendi, e scocca
     Omai strale sì forte,
     Che mi conduca a morte.
     Ma ritorniti a mente
     10Quando soavemente
     Così la mi stringevi,
     Quando così l’empievi
     De’ pomi del bel seno:
     Lasso! che io vengo meno
     15Ah mio bene, ah mia vita!
     Dove, dove sei gita?

XCIV

Dipartita.

Dolci miei sospiri,
     Dolci miei martiri,
     Dolce mio desío,
     E voi dolci canti,
     5E voi dolci pianti
     Rimanete, addio.
Alla ria partita
     Vento e mare invita,
     O volubili ore!
     10Ma non più querele:
     Duro amor crudele
     Ama il mio dolore.
Ora miei sospiri,
     Ora miei martíri,
     15E tu mio desio,
     E voi dolci canti,
     E voi dolci pianti
     Rimanete, addio.
Meco muova il piede
     20La mia lunga fede,
     Come fece ognora:
     Voi d’intorno state
     Alla gran beltate,
     Che per me s’adora.
25E se mai soletta
     Suoi pensier diletta
     Per solingo loco,
     A lei dolci canti,
     A lei dolci pianti
     30Dite del mio foco.
E se tutta adorna
     Unqua mai soggiorna
     Festeggiando in gioco,
     Dite miei sospiri,
     35Dite miei martíri
     A lei del mio foco.
Se mia fiamma ardente
     Nella nobil mente
     Non ricopre obblío,
     40Fortunato appieno
     Quel, che già nel seno
     Io nudríi desio.

XCV

Che, essendo lontano dalla sua Donna, soffre
gran pene, ma che desidera e spera di rivederla.

Or che lunge da voi
     Movo, bei lumi, ove ha riposto Amore
     Il più caro, il più bel de’ lumi suoi,
     Chi dà conforto al core?
     5Ahi che languire, ahi che perire il sento!
     Lasso, ben gran tormento
     È sostenere amando orgogli ed ire:
     Ma chi disse partir, disse morire.
Lume di due serène
     10Giovinette pupille, ove ora sei?
     Pupille, onde sol piove, onde sol viene