Pagina:Omero minore.djvu/62


AD ERMETE 59

contro Ermete, che non si è mai mosso a pietà della sua miseria:

Me l’avessi mai dato un buon mantello
perché d’inverno non patissi il freddo!
Me li avessi nascosti, questi piedi,
entro un bel paio di babbucce doppie,
ché non mi si crepassero i geloni!

O quella contro Pluto, che forse rassomiglia anche di piú a questa dell’inno:

È proprio cieco, Pluto! Fosse mai
venuto a casa mia, per dirmi: «Piglia,
piglia, Ipponatte, queste trenta pezze
d’argento, piglia questo, piglia quello».
È un vigliacco per l’anima.

Spiccato carattere etiologico, e, dunque, alessandrino, ha il particolare delle pelli di bue:

come anche adesso, che tanto tempo è trascorso, le pelli
di vecchi bovi, in luoghi si tendono eccelsi.

Ma non è il caso, neanche qui, di fare induzioni cronologiche: primo, perché, come dicemmo, quest’indice è tutt’altro che assoluto; e poi perché il brano non sfugge al sospetto d’interpolazione.

Un dato obiettivo per stabilire uno almeno dei limiti cronologici, si è voluto ricavare dal verso 51, nel quale si dice espli-