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AD APOLLO PIZIO | 81 |
sempre semibarbari, e piú volte saccheggiarono il tempio d’Apollo a Delfo, e il territorio sacro al Nume), eccolo infine a Crisa.
Molto si è discusso sull’identificazione di Crisa; ma se c’è cosa certa, questa è che nel nostro inno essa è identificata con Delfo. L’ubicazione del tempio, quale qui è descritta, conviene perfettamente a quella delle rovine del tempio d’Apollo, che presenta ancora visibili le fondamenta come il nostro inno le descrive. Per convincersene, si guardi una fotografia 1.
E anche tutto il resto corrisponde. I Cretesi che Apollo elegge ministri del suo culto, sbarcano su la spiaggia dove poi fu Cirra, salgono verso la Crisa dei tempi storici, e di qui procedono verso lo sprone del Parnaso, su cui fu in effetto edificato il tempio d’Apollo.
Ed eccoci giunti al punto centrale dell’inno, alla fondazione del tempio (v. 96-203). E poiché la fondazione in sé non offriva materia bastevole a lungo canto, il poeta, al pari di Pindaro e degli altri poeti epico-lirici di Grecia, l’arricchisce narrando un mito, quello della Dragonessa uccisa in Pito dal Nume. Soggetto che fu sempre caro non solo ai poeti, bensí anche ai musicisti, che, con le voci dei loro strumenti si compiacevano d’imitare i sibili del mostro moribondo.
Narrato questo mito, il poeta torna a Telfusa, e racconta come Apollo, conosciuto infine l’inganno in cui lo aveva irretito la Ninfa, la seppe degnamente punire. E cosí la parte centrale rimane anche qui limitata da due margini di colore diverso.
- ↑ Ne cito una alla portata di tutti: Hans Holdt, Hugo von Hoffmannsthal: Griechenland, tav. 102.