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POESIE MINORI | 197 |
E la sacerdotessa, vedendolo, gridò: «Sta lontano dalla sacra
cerimonia!» E Omero, sdegnato, rivolse direttamente alla
Diva la seguente preghiera:
Dea che proteggi i bambini, ascoltami tu: questa donna
fa’ che respinga l’affetto dei giovani e il letto d’amore,
che si compiaccia solo dei vecchi dal crine canuto,
i cui begli anni sono sfioriti, e la mente delira.
Giunto poi alla casa della celebrazione, dove stavano accendendo il fuoco sacro, cantò:
I figli sono all’uomo corona, le torri alla rocca,
sono i cavalli ornamento del piano, le navi del mare.
È delle case fregio ricchezza; ed i principi degni
seduti in assemblea, visibile fregio a le genti.
Piú decorosa è la casa, se il fuoco vi brilla, a vedere,
nei dí d’inverno, quando giú fiocca la neve dal cielo.
Poi entrò nella casa, banchettò, trascorse la notte con i suoi nuovi amici. La mattina dopo, mentre passava davanti ad una fornace, fu invitato dai fornaciai a improvvisar qualche cosa per loro. Ed egli compose la vaghissima Fornace (vedila a pag. 179).
A Samo trascorse tutto l’inverno; e a luna nuova, in compagnia coi ragazzi del paese, soleva andare in giro per le case dei benestanti, e cantava i versi seguenti:
Verso la casa moviamo d’un uomo di grande potere,
che molto può, che sempre distinto è per grande opulenza.
Su, spalancatevi, o porte, da voi: ché Ricchezza s’avanza