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194 POESIE MINORI

rispetto sempre a Giove, tutore degli ospiti abbiate:
tremenda è la vendetta di Giove ospitale adirato.

E appena giunti in alto mare, un vento contrario li gittò di nuovo alla riva. E sulla riva c’era ancora il poeta, che allora insisté:

Ospiti, un vento contrario piombò sopra voi, vi rattenne.
Ora accoglietemi, infine, ché facile avrete la rotta.

I pescatori questa volta si decidono, lo accolgono, ed eccoli tutti, finalmente a Chio, vicino a Bolisso, sulla costa occidentale. Sbarcano, lasciano Omero sulla spiaggia, ed essi si allontanano per attendere al loro mestiere. Omero s’inoltra solo pel territorio sconosciuto, passa la notte all’aperto, sotto un albero di pino. E, mentre dorme, gli cade sul capo una pina; alla quale egli consacra i seguenti versi:

Un altro pino gitta le pine piú grosse di questa
tua, su le vette dell’Ida ventosa dai molti recessi,
dove sempre sarà per gli uomini il ferro migliore,
sinché di quella terra saranno signori i Cebrèni 1.

Sorto di lí, Omero riprese il suo cammino, dirigendosi verso i belati di certe capre che pasturavano. I cani lo investirono, egli gridò, il pastore accorse, e li scacciò; e chiese al poeta come mai cosí cieco e solo si avventurasse per quei


  1. I Cumei, erano allora in procinto di fondare la città di Cebrene sotto l’Ida, dove si trovavano miniere di ferro.