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VITA D’OMERO



Quando, a tempi antichi, fu fondata Cuma d’Eolia, vi convennero stirpi da ogni parte de l’Ellade; e, fra le altre, genti di Magnesia; e fra i Magnesii un certo Melanòpo, assai povero.

Melanòpo sposò una ragazza povera come lui, e n’ebbe una figlia, che fu chiamata Cretèide. Ed egli e sua moglie vennero a morte, e la bambina rimase affidata ad un suo intimo amico, Cleonatte d’Argo.

Divenuta grande, Cretèide fu sedotta, e incinse; e Cleonatte, temendo lo scorno dei suoi concittadini, la condusse a Smirne, città che i Cumei avevano fondata da poco, nella profonda insenatura del golfo Ermèo (attuale golfo di Smime); e, a sua volta, l’affidò ad un altro amico, Ismenio di Beozia. E qui Cretèide, un giorno che con altre donne s’era recata ad una festa sacra, alla foce del fiume Meles (da identificare, sembra, con un fiumicello che scorre presso alla moderna Burnabad), «si sgravò d’Omero, che non era cieco, bensì veggente; e lo chiamò Melesígene, prendendo il nome dal fiume».

Per un certo tempo, Cretèide restò presso Ismenio; poi abbandonò la sua casa, cercò lavoro di qua e di là; e «con le