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AD APOLLO DELIO 15

qui per proprio conto, svelandoci alcuni particolari della sua vita: la sua dimora in Chio, e la sua cecità: che poi furono i due principali fulcri della leggenda omerica.

Non basta. Se spogliate le sue parole dalla loro veste poetica, vedete che egli propone alle ministre del culto di Apollo in Delfo, artiste anch’esse, e, piú precisamente, danzatrici mimiche, una specie di patto bilaterale. Egli, che gira pel mondo, tesserà, ovunque si rechi, il loro elogio. Esse, che rimangono sempre nell’isola, ma vengono in contatto con innumerevoli forestieri, canteranno a tutti l’elogio del poeta loro amico. I patti d’alleanza o di fraternità artistica, risalgono, come si vede, ad èra molto antica: almeno a sette secoli prima della salutifera incarnazione.

Assai caratteristica è la precisione onde è descritto il viaggio di Latona; ed interessante è seguirlo tenendo sott’occhio una carta geografica.

La Dea muove da Egina; e, con una rotta costante verso Nord, tocca l’Eubea (Ege è anch’essa nell’Eubea, Piresia è un emendamento del testo, tutt’altro che sicuro), di qui muove all’isoletta di Pepareto, a S.E. della Magnesia, di qui al picco Atòo, l’estremo ad E. del tridente Calcidico, poi al monte Pelio nella Magnesia (qui c’è un piccolo ritorno a Sud, dovuto, credo a necessità metrica), poi in Samotracia.

Di qui, ridiscende a Sud. S’interna prima nella Troade, sul monte Ida. Dall’Ida risale un po’, rientra in mare, tocca, poco a Nord, Imbro, e ridiscende, oramai costantemente verso Sud, a Lemno, a Lesbo, a Chio, al promontorio Mimas (di fronte a Chio), al promontorio Coricio (a Sud del Mimas), a Claros (vicino a Colofone), a Samo (Esage non è identificato), a Micale, a Mileto.