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Anche la Batracomiomachia va sotto il nome d’Omero. D’Omero la credettero Stazio, Marziale, Fulgenzio, e, parrebbe, Filostrato e Teone il sofista, e Archelao di Priene, l’autore del famoso bassorilievo trovato a Boville, che rappresenta l’apoteosi d’Omero, e in cui sullo sgabello dove il poeta posa i piedi, vediamo rappresentati un topo e una rana.

Ma che l’attribuzione sia falsa, lo dimostrano parecchi indizi che si raccolgono dallo stesso testo.

Infatti, le Muse si fanno venire dall’Elicona, mentre Omero non mostra di conoscere questa loro provenienza. Si parla, sembra, di papiro1, e il papiro fu conosciuto in Grecia assai tardi. Il gallo vi fa risuonare il suo chicchirichí, e il gallo fu conosciuto in Grecia solamente ai tempi di Teognide. Vi si parla di manicaretti imbanditi con sapiente arte culinaria, e quest’arte era perfettamente ignota, parrebbe, al vate Omero ed ai suoi eroi, che si contentavano del semplice arrosto; i poeti comici se ne fanno anzi beffe, massime perché, stando cosí vicini al mare, non ebbero l’alzata d’ingegno di cucinare i pesci.


  1. εἲνεκ᾿ ὰοιδῆς νέον ἔν δέλτοισιν ὲμοις ὲπὶ γούνασι θῆκα.