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160 INNI OMERICI


FRAMMENTI D’UN INNO A DIONISO

In Dràcano altri, ed altri in Icaro, asilo dei venti,
ed altri in Nasso, ed altri, Signore, di stirpe divina,
Erafïòta, lungo le fonde correnti d’Alfeo
dicon che a Giove, re del folgor, te diede Semèle.
E dicono altri, o Re, che in Tebe vedesti la luce.
E dicon falso. Te degli uomini il padre e dei Numi
lontano generò dagli uomini, e ad Era t’ascose.
Un monte v’è, che Nisa si chiama, fiorito di selve,
dalla Fenicia lungi, vicino ove scorre l’Egitto.

Lacuna. Forse conteneva una profezia di Giove
su l’avvenire del figlio.

Molti celebreranno per te sacrifizi nei templi:
e perché i templi tre saranno, prescelte ecatombi
ogni tre anni a te recheranno le genti mortali.

Lacuna.

Disse; e coi bruni cigli fe’ cenno il figliuolo di Crono:
le chiome ambrosie sopra la fronte immortale del Sire
ecco ondeggiarono; e tutto si scosse l’Olimpo infinito.