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CANTO XVII 103

«A custodire i porci, vo’, caro, e le cose dei campi
onde tu ed io viviamo. Tu resta e qui tutto provvedi.
E salva prima te medesimo, bada ai tuoi casi,
ché molti degli Achei mulinano tristi disegni:
Giove li strugga, prima che piombi su noi la sciagura!».
     E a lui queste parole rispose Telemaco scaltro:
«Babbo, sarà cosi. Tu cena e va pure. E dimani
vieni e conduci all’alba le vittime belle. Pensiero
di quanto accade qui ci daremo io stesso e i Celesti».
     Disse. E di nuovo il porcaro sedé sopra il lucido seggio.
E poi, quando fu sazio di cibo e di vino, si mosse
per ritornare ai suoi porci, lasciando la corte, e la sala
di convitati piena. Con danze costoro e con canti
si sollazzavano; e già scendeva sul mondo la sera.