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VIII PREFAZIONE

essere organica, che tutte le sue parti devono concorrere a formare un tutto omogeneo, e che devono pur presentare una certa somiglianza tra loro, un aria di famiglia:


                              facies non omnibus una,
nec diversa tamen, qualem decet esse sororum.

Ma questo non vuol dire che il poeta si debba attenere ad una tetra monotonia di argomento e di stile. Una grande stoffa deve essere composta di molti fili, ed una narrazione di mole deve, accanto al tèma principale, accogliere altri episodi. Cosí nell'Odissea, il principale era certo costituito dalle avventure d’Ulisse. Ma con questo il poeta ha intrecciato le prime vicende e i viaggi di Telemaco, e i soprusi dei Proci nella reggia senza signore, e la sanguinosa vendetta d’Ulisse. Vicende tutte omogenee, e che di per sé non intaccano menomamente il carattere organico del poema.

Vero è che nell’Odissea ci sembra meno felice la materia dei primi quattro canti, nei quali Ulisse non appare. Ci vien fatto di ricordare il precetto d’Orazio:

Nec reditum Diomedis ab interitu Meleagri.
Nec gemino bellum Troianum orditur ab ovo.

E l’elogio che subito segue:

Semper ad eventum festinat et in medias res
Non secus ac notas auditorem rapit,

ci par quasi immeritato, a proposito dell’Odissea. Come! Aspettiamo Ulisse, e ci vien dinanzi Telemaco! Telemaco, che, diciamo la verità, non è mai divertentissimo?