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LII | PREFAZIONE |
E i limiti del mondo reale sono angusti alla fantasia del poeta. Egli ascende all’Olimpo, si sprofonda nel regno delle tenebre. Le leggende germinate in epoche remotissime e fluttuanti in forme vaghe, di progenie in progenie, nella mente degli uomini, trovano nell’Odissea una forma mirabile, definitiva. La Nékyia è senza dubbio piena d’interpolazioni. Ma poi, quante meraviglie! Vediamone almeno una:
E poi Tàntalo vidi, che spasimi orrendi soffriva, |
E questa spontanea aspirazione alla universalità s’appiglia e imprime il sigillo del suo stile anche all’invisibile mondo dei concetti.
Noi moderni difficilmente riusciamo ad intendere che cosa fosse per gli antichi la gnòme, la sentenza etica. Non esisteva allora né una scienza né il concetto d’una scienza psicologica o etica; e le gnòmai erano la icastica espressione di tutta la saggezza umana, come s’era venuta accumulando di progenie in progenie. Erano il viatico spirituale d’ogni uomo intelligente.
E noi tutti, né sappiamo né potremo sapere mai che