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226 ODISSEA

E tuttavia lo presi, potei fuor d’Averno condurlo,
615ché mi fûr guida Ermete e Atena dagli occhi azzurrini».
     Detto cosí, di nuovo tornò nella casa d’Averno.
Ed io fermo colà rimasi, attendendo se alcuno
venisse degli eroi vissuti nei tempi remoti.
E avrei veduto allora qui, certo, gli eroi che bramavo;
620ma mille turbe e mille si accolsero prima di morti,
con infinito clamore. E bianco terrore m’invase
che della Gòrgone a me la testa, dell’orrido mostro
fuor dalle case d’Averno mandasse Persèfone bella.
Onde, alla nave presto tornato, ai compagni ordinai
625che sovra il ponte anch’essi salisser, tagliasser le funi,
senza indugiare. V’entrarono quelli, sederono ai remi.
E via l’onda recò dell’Oceano sui rivi la nave:
prima la spinsero i remi; poi giunse la prospera brezza.