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CANTO VIII 143

Vettadinave surse, con Rattopermare, e Pilota
110Reggilapoppa, Nocchiero, Marittimo, Mastrodiremo,
Guidalaprora, Marino, Veloce, Salpasubarca,
Giraperlonda, figliuolo di Riccodinavi, e nipote
d’Artefice; ed Euríalo, simile a Marte nel volto,
figlio di Salvalenavi, che era d’aspetto e di volto
115dopo Laomedonte, fra tutti i Feaci il piú bello.
Tre figli sursero anche d’Alcinoo immune da pecca:
Laomedonte, Marino, con Inclitonave divino.
Essi, per prima gara tentaron la prova del corso,
Stendeasi dalle mosse la lizza. Balzarono insieme
120tutti velocemente, di polvere empiendo la piana.
Inclitonave fu fra tutti primissimo al corso.
Quanta maggese dissoda d’un fiato una coppia di muli,
tanto egli innanzi corse, che gli altri rimasero indietro.
Poscia le forze ne l’arduo cimento provâr della lotta:
125e si distinse Eurialo in questo fra tutti il migliore.
Giraperlonda fu piú valente di tutti nel salto,
nel disco si mostrò piú forte di tutti Pilota,
Laodamante, figliuolo d’Alcinoo, nel pugile agone.
Or, poi che tutti quanti si fûr saziati di gare,
130Laodamante, figliuolo d’Alcinoo, cosí prese a dire:
«Amici, interroghiamo, su via, lo straniero, se sperto
fosse di qualche gara. Meschino ei non è nell’aspetto:
saldi i suoi femori sono, le gambe ed entrambe le braccia,
massiccio il collo, e grande la forza: neppure gli manca
135la gioventú: soltanto prostrato è dai molti malanni:
ché non esiste, io dico, malanno peggiore del mare,
per abbattere un uomo, per quanto esser possa gagliardo».
     E gli rispose allora Eurialo con queste parole: