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e li armonizza in santa e soave concordia in seno alla famiglia.
E invero, benchè bramosi di rimirare le parvenze della persona, già ben sanno che l’animo vostro ne è tutto compreso e che le opere vostre Vi hanno palesato cotale. Sono conte in tutto l’ambito della Diocesi le vostre maniere attraenti, la conversazione benignamente riposata, gli uffici a sommo studio sostenuti, e l’affezione tenerissima onde Vi ha circondato nella vostra Asti una folla d’ogni maniera d’infelici e derelitti, che nudriti e consolati dalla carità Vi riveriscono come Angelo di Dio, ed or piangendovi dipartito dagli occhi loro sono a noi testimonio e caparra della nostra ventura.
Tutti questi adunque che meco Vi stanno attorno, e i più che col desiderio vi assistono, abbiamo giusta e bella cagione di far palese il nostro gaudio; i quali sentiamo esauditi i nostri voti e le prolungate preghiere che volgemmo a Dio, nelle specchiate virtù onde il Cielo Vi fe’ ricco, pegno sicuro di affettuoso regime, fecondo di cari frutti a confortar la Chiesa Acquese della lunga vedovanza.
Anche la patria Diocesi vostra, Eccellenza Reverendissima, ci è di fausto augurio, dalla quale parecchi vostri Predecessori vennero ad illustrar questa Chiesa. Tale un Enrico terzo Scarampi ascritto tra i Beati, che in sull’entrare del secolo decimoquinto, sostenute costantemente le ragioni della Chiesa nel Concilio di Costanza fu annoverato tra gli elettori del nuovo Pontefice, che richiamasse la calma alla Chiesa sbattuta dalle pretese di parte. Tale un Carlo Giuseppe Capra, i cui monumenti, le molteplici istituzioni, e i suoi savi ordinamenti mantengono vivace ed in benedizione la memoria nei cittadini e nei beneficati.
Con questi felicissimi auspici, entrate, o bramato Pastore, a pascolar questo gregge affidatovi dal Pastore dei Pastori, procedete ad assidervi sulla vetusta Cattedra di Maggiorino