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una parte imboccando strada nuova, per correre spacciatamente alla Chiesa, lasciò più libero l’andare pel foro boario.

Pertanto, girato largo fino all’antica porta Savona, si torse a destra entrando nella gran piazza innanzi la Chiesa suddetta dove il Prelato fu accolto a somma riverenza dal Capitolo, dal Clero, dalle Confraternite sotto una loggia rizzata innanzi la porta. Ivi sostette ascoltando un discorso indirizzatogli da Monsig. Vicario Generale.

Baciato in ginocchi il Crocifisso offertogli e salita la Cattedra vestiva i paramenti Pontificali, e preceduto da due lunghe file di Vicari Foranei, di Parroci, di Sacerdoti, di Chierici, di alunni del piccolo Seminario, e di molte Confraternite di ambo i sessi, già schierate ordinatamente a diligenza del Ceremoniere del Capitolo, avviossi per le vie Maestra e Nuova benedicendo amorevolmente al popolo onde erano zeppe le vie e le piazze, gli sbocchi, e gremiti i terrazzi e le finestre.

Lungo il tragitto la banda cittadina che già lo aveva salutato alla stazione, accrebbe festa alternando con maestria ed impegno di bei concerti al canto della processione, rendendo così spontaneo il gradito ossequio filiale al novello Pastore.

Pervenuto in Duomo e assiso sulla Cattedra ascoltò il gentile sermone latino letto dal Canonico Teologo, a cui in modo simigliante diede bella risposta, e accolti con affetto i Reverendissimi Canonici all’ossequio, salì sul pulpito, ove con parole ispirate dalla fede e traboccanti dal cuore diessi a vedere informato a quella carità che la fama e le opere avevano annunziato di lui.

Caduta la sera tutta la piazza del Duomo si accese di una bellissima luminaria, che spiccava sulla fronte della Chiesa, sotto l’atrio, sul terrazzo, sul campanile, per bene intesa disposizione, ricchezza ed intreccio di colori, e sulla facciata del Seminario pegli emblemi lucidi bellamente alluogati nelle finestre.

La festa fu chiusa con un rinfresco nell’Episcopio, al quale coll’amorevole Prelato e il numeroso concorso di spec-