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CANTO
Che alfin contemplo in questo bel convegno
Al vostro merto splendida corona.
Ed ora alzarsi in me dovrìa l’ingegno
A ritrarre del cuor l’almo contento,
Se troppo in alto non vedessi il segno.
Ma occulto a Voi non è del cuor l’accento,
E ben splender vedete ogni sembiante
D’un raggio, che d’amor vi dà argomento.
D’un raggio che in sua luce sfavillante
Annunzia amor che del pastore eletto
Vagheggierà le doti eccelse, e sante.
E dico, che non sol del dolce aspetto
Vostro godrà; ma ancor dell’ampia dote
Che il vostro cuor fa ricco, e l’intelletto.