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rotterdam. 71

Dopo i caffè, dan nell’occhio, come a Rotterdam in tutte le città d’Olanda, le botteghe dei tabaccai. Ce n’è una, si può dire, a ogni passo; e sono senza paragone le più belle d’Europa; non escluse le grandi botteghe di tabacchi d’Avana di Madrid. I sigari sono chiusi in scatole di legno, su ciascuna delle quali è attaccato un ritratto a stampa del re e della regina, o di qualche illustre cittadino olandese; e tutte queste scatole sono ammontate nelle vetrine altissime, in mille forme architettoniche, come di torri, di campanili, di tempietti, di scale a chiocciola, che s’inalzano da terra fin quasi al soffitto. In queste botteghe, risplendenti di fiammelle come botteghe di Parigi, si trovan sigari di tutte le forme e di tutti i sapori; e il tabaccaio cortese ve li porge in una apposita busta di carta velina, dopo averne spuntato uno con una macchinetta.

Le botteghe olandesi sono illuminate sfarzosamente; e benchè non presentino per sè stesse alcuna differenza da quelle delle altre grandi città europee, offrono però un aspetto particolare, di notte, per il contrasto che ne riesce fra il pian terreno e la parte superiore delle case. Sotto è tutto vetri, lumi, colori, splendori; sopra son quelle facciate cupe, con quelle punte, con quegli scalini, con quelle curve; la parte superiore della casa è la vecchia Olanda, semplice, buia e silenziosa; il pian terreno è la vita nuova, la moda, il lusso, l’eleganza. Oltre a questo, siccome le botteghe, essendo tutte le case strettissime, occupano l’intero piano terreno, e sono per lo