Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
70 | rotterdam. |
per dar tempo all’amico di ravvedersi, nel caso che si fosse ingannato. Ma l’amico guardò quel denaro senza alcun segno di ravvedimento, e disse con la più gran serietà: — Ancora altri quaranta soldi. — Scattai sulla seggiola domandando una spiegazione; e la spiegazione, ahimè, fu semplicissima. L’unità monetaria, in Olanda, è il fiorino, che corrisponde a due lire nostre e quattro centesimi; per il che il centesimo e il soldo olandesi corrispondono a qualcosa di più del doppio del centesimo e del soldo nostro; onde l’inganno e il disinganno.
Rotterdam, la sera, presenta un aspetto impreveduto a uno straniero. Mentre nelle altre città settentrionali a una cert’ora la vita si raccoglie nelle case, a Rotterdam, a quella stess’ora, si espande nelle strade. L’Hoog-Straat è percorsa fino a notte avanzata da una folla fittissima, le botteghe sono aperte, — perchè le serve vanno a far la spesa la sera; — i caffè sono affollati. I caffè olandesi hanno una forma particolare. Son per lo più una sala unica, lunga, divisa per mezzo da una tenda verde, che s’abbassa verso sera e nasconde, come un telone da teatro, tutta la parte di dietro, la quale è la sola illuminata; la parte davanti, separata dalla strada da una grande vetrata, rimane al buio, in maniera che dal di fuori non vi si vede che delle forme nere, e un luccichío di punte di sigari che paion lucciole; e tra quelle forme nere, qualche profilo vago di donna, a cui non conviene la luce.