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468 | groninga. |
vi sono stati che due casi notorii d’infedeltà coniugale.” E mi specificò i casi. “Così è, caro signor mio,” soggiunse poi, battendomi una mano sul ginocchio, “qui non si fanno altre conquiste che in agricoltura, e chi vuol farne in un altro campo, bisogna che si compiaccia di far attestare da un notaro, ch’egli ha intenzione di combattere secondo le leggi della buona guerra e coll’onesto fine della pace.” Argomentando falsamente dal mio silenzio, che quello stato di cose non m’andasse a’ versi, “Tale è il nostro modo di vivere,” soggiunse; “noioso, se volete; ma sano. La vita voi la tracannate, noi la beviamo a lenti sorsi. Voi godrete qualche volta di più; ma noi siamo più continuatamente contenti.” — “Dio vi benedica,” io dissi. “Dio vi converta,” rispose.
Ma veniamo al mercato, che è l’ultimo spettacolo vivo ch’io vidi in Olanda.
La mattina per tempo feci un giro intorno alla città per veder arrivare i contadini. Ogni ora arrivava un treno che ne versava una folla; da tutte le strade della campagna venivan carrozze variopinte, tirate da bei cavalli neri, sulle quali sedevano maestosamente delle coppie coniugali; per tutti i canali giungevano barconi a vela carichi di derrate; in poche ore la città fu piena di gente e di rumore. I contadini son tutti vestiti d’un panno quasi nero, hanno un cravattone di lana intorno al collo, guanti, catenelle, gran portafoglio di bulgaro, sigaro in bocca, e un faccione di cor contento. Le contadine