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GRONINGA. 461

ossia polders nello stato di formazione, e son terreni coperti dall’acqua durante l’alta marea, i quali si sollevano a mano a mano che le correnti dell’Ems e del Zuiderzee vanno a deporvi dei nuovi strati di argilla. Durante la marea bassa, gli armenti li guadano; in qualche punto, vi passan le barche; dei grandi stormi d’uccelli marini vi scendono per nutrirsi delle conchiglie che vi ha lasciato il riflusso. Fra meno di cent’anni, saranno scomparsi uccelli, bassi fondi, barche, stagni, bracci di mare; le isole saranno dune che difenderanno la costa, e l’agricoltore farà sorgere da questa nuova terra una vegetazione lussureggiante e benefica. Così da questo lato l’Olanda, s’avanza vittoriosamente nel mare, vendicando le antiche ingiurie col ferro dell’aratro e colla lama della falce.


Con tutto ciò, non mi sarei formato un concetto della ricchezza delle campagne groninghesi, se non avessi avuto la fortuna di vedere il mercato di Groninga.

Ma prima di parlare del mercato, occorre parlare della città.

Groninga, così nominata, secondo alcuni, da Grunio Troiano, e fondata, secondo altri, centocinquanta anni prima dell’èra cristiana, intorno a una fortezza romana che Tacito chiama Corbulonis monumentum (tutte cose affermate e negate, senza conclusione, da parecchi secoli); è la città più considerevole dell’Olanda settentrionale per vastità e per commer-