zelanda. 35

quasi a malincuore, si rifece in parte sereno, e subito le acque e le rive ripresero i loro colori vivi e freschi, e risentimmo l’estate.

In breve tempo il bastimento giunse vicino al villaggio di Moerdijk.

Là si vede uno dei più grandi ponti del mondo.

È un ponte di ferro, lungo un miglio e mezzo, sul quale passa la strada ferrata che va a Dordrecht e a Rotterdam. Di lontano presenta l’aspetto come di quattordici enormi edifizi eguali e schierati a traverso il fiume, parendo un edifizio ognuno dei quattordici archi altissimi che sormontano in forma di volta il piano su cui scorrono i treni. A passarci su — ci passai pochi mesi dopo ritornando in Olanda — non si vede altro che acqua e cielo, da tanto che è largo il fiume; e si prova un sentimento quasi di paura, come se si fosse sul mare, e il ponte dovendo finire tutt’a un tratto, il treno avesse da un momento all’altro a dare un tuffo nell’acqua.

Il bastimento voltò a sinistra passando dinanzi al ponte, e infilò uno strettissimo braccio della Mosa, chiamato Dordsche kil, fiancheggiato da dighe, che ha più l’aspetto di canale che di fiume. Era già la settima svoltata che si faceva dopo il passaggio della frontiera.

Passando per il Dordsche kil cominciammo a vedere intorno a noi qualche cosa che ci annunziava la vicinanza d’una grande città. Lunghe file di alberi sulle sponde, cespugli, casette, canali a destra e a sinistra, e un via vai di barche e di barconi.