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groninga. 453

Le cure della campagna non li distolgono dal pigliare una parte operosa nella vita politica e nell’amministrazione della cosa pubblica. Non solamente seguono il progresso dell’arte agricola; ma anco il movimento del pensiero moderno. Ad Haven, vicino alla città di Groninga, mantengono a proprie spese una buonissima scuola d’agricoltura, diretta da un agronomo illustre, e frequentata da più di cinquanta scolari. Anche i piccoli villaggi hanno musei di storia naturale e giardini botanici, istituiti e conservati a spese comuni da poche centinaia di contadini. Le contadine stesse, nei giorni di mercato, vanno a visitare i musei dell’Università di Groninga, e vi si trattengono lungamente, domandando notizie e istruendosi fra loro. Alcuni contadini fanno di tratto in tratto un viaggio d’istruzione nel Belgio o nell’Inghilterra. La maggior parte s’occupano di quistioni teologiche. Molti appartengono alla sètta dei mennoniti, che sono i quaccheri dell’Olanda. Il Delaveleye racconta che, avendo visto sulla strada che congiunge i due bei villaggi di Usquert e di Uythuysen, quattro bellissime fattorie, domandò a un oste a chi appartenevano, e questi gli rispose: che appartenevano a dei mennoniti, e soggiunse: — Son gente comoda: devono avere ciascuno almeno seicento mila lire. — Ho inteso dire, — ripigliò il Delaveleye — che fra i membri di questa sètta non ci sono poveri: è vero, per ciò che riguarda questo distretto? — Non è vero, — gli rispose l’oste; — cioè, sì, a esser giusti, perchè il solo po-