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per veder di vivere d’amore e d’accordo. Quando si pensa che ora saremmo uno statino di nove milioni, noi colle nostre industrie, voialtri col vostro commercio, con due capitali come Amsterdam e Bruxelles, e due città commerciali come Anversa e Rotterdam! Si conterebbe per qualche cosa nel mondo, eh, capitano?”

Il capitano non rispose. Un altro Olandese disse: “Già, colla guerra religiosa in casa dodici mesi dell’anno.”

Il vecchietto belga, un po’ sconcertato, continuò il discorso a bassa voce con me: “È un fatto, signor mio. È stata una corbelleria, specialmente da parte nostra. Lei vedrà l’Olanda: Amsterdam non è Bruxelles, no davvero, e il paese è piatto e noioso quanto si può dire; ma per quel che sia prosperità, ci rivende. Si figuri che spendono il fiorino, cha val due lire e centesimi, come noi spendiamo la lira. Se ne accorgerà dai conti degli alberghi. Son due volte più ricchi di noi. La colpa è stata di Guglielmo I, che voleva fare un Belgio olandese e ci ha spinto agli estremi. Lei sa come sono seguite le cose ec.”

Nell’Hollandsdiep cominciammo a veder barconi, piccoli bastimenti da pesca e qualche grande naviglio proveniente da Hellewoetsluis, grande porto marittimo, posto sulla riva destra del braccio della Mosa chiamato Haringvliet, presso la foce, dove s’arrestano quasi tutti i bastimenti che fanno il viaggio delle Indie. La pioggia cessò, il cielo, a poco a poco,