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FRISIA. | 433 |
mano, e rimasi incerto di quale dei due fosse più bianco.
Il casco di Sofia era assai diverso dai caschi di argento che avevo visti per le strade; anzi, per dire il vero, questo nome di casco non conviene che a quei d’oro, poichè gli altri, sebbene presentino, a chi li guarda di fronte, il medesimo aspetto di caschi, non ne hanno punto la forma. Questi son fatti di due lastre quasi circolari, congiunte da un cerchietto flessibile di metallo che passa dietro il cocuzzolo, e ornate di due grandi bottoni cesellati che riescono sulle tempie. Queste due lastre non coprono che la parte anteriore del capo. I caschi d’oro invece sono un larghissimo cerchio che abbraccia tutta la testa, fuorchè il cocuzzolo, e si allarga ancora alle estremità fino a non lasciar più vedere che una piccolissima parte della fronte. La lamina è sottile e flessibile come carta di Bristol in modo che si può adattare facilmente a teste di diversa grandezza. Sotto questo casco (anco sotto quei d’argento) portano una specie di cuffia nera, che serra i capelli come un berretto da notte; e sopra il casco, un’altra sorta di cuffia di trina, che scende fin sulle spalle. Su questa seconda cuffia molte donne mettono ancora un cappellino indescrivibile, ornato di fiori e di frutti finti, o un cappello Pamela. Prima di mezzo giorno, stando in casa o uscendo per faccende, le donne del popolo portano il casco senz’altro; la cuffia e il cappello se lo mettono per andare alla passeggiata.