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HELDER. 391

giungere di là, con una breve navigazione, ai porti dell’est e del sud del continente. Non si sapeva che dopo il golfo dell’Obi l’Asia si stende ancora per 120 gradi a levante dentro il cerchio polare. La notizia di questa scoperta, portata in Olanda, vi destò una grandissima gioia. Sei grandi navigli furono immediatamente allestiti e caricati di mercanzie da vendersi ai popoli dell’India, un piccolo bastimento fu destinato ad accompagnare la squadra fin che avesse oltrepassato il supposto capo Tabis, e poi tornare a portarne la notizia; e la squadra partì. Ma questa volta il viaggio non rispose alle speranze. I bastimenti olandesi trovarono lo stretto di Waïgatz tutto ingombro di ghiacci, e dopo aver inutilmente tentato di aprirsi una via, ritornarono in patria.

Dopo questo infelice successo, gli Stati Generali, benchè promettessero un premio di venticinque mila fiorini a chi riuscisse nell’impresa, rifiutarono di concorrere alle spese di un nuovo viaggio; ma i cittadini non si scoraggiarono. La reggenza d’Amsterdam noleggiò due bastimenti, assoldò dei bravi marinai, celibi quasi tutti, perchè il ricordo delle famiglie non infiacchisse, in mezzo ai pericoli, il loro coraggio, e affidò il comando della spedizione al valoroso capitano Heemskerk. I due bastimenti partirono il 18 maggio del 1596. Sull’uno era maestro-piloto il Barendz, dell’altro era patrono un Van de Ryp. Da principio non andaron d’accordo sulla via da prendere; ma poi il Barendz si lasciò persuadere dal Van de Ryp a far vela verso il nord, invece che