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BROEK. 351

blime ricompensa, il pensiero di questa immensa felicità infuse tanto ardore e tanta pietà nelle donne di Broek, che d’allora in poi furono sempre assidue agli esercizi religiosi, e non ebbero mai più bisogno di eccitamento. —

Eppure, nè questo furore di pulizia, nè la bizzarria architettonica che ho descritta, sono la cagione della semi-seria celebrità del villaggio di Broek. Questa celebrità derivò da una stravaganza di forme e di consuetudini, appetto alla quale ciò che ora si vede non è più nulla. Il Broek d'oggigiorno non è più che una larva del Broek antico. A persuadersene, basta visitare una casa posta all’entrata del villaggio, e aperta agli stranieri, la quale è un modello completo delle antiche case, e vien conservata accuratamente dal proprietario come un monumento storico delle follie trascorse. L’esterno della casa non è diverso dalle altre: una baracca da burattini. Il maraviglioso sono le stanze e il giardino. Le stanze, piccolissime, sono tanti bazar, ciascuno dei quali richiederebbe un volume di descrizioni. La manía olandese di ammontare oggetti su oggetti, e di cercar la bellezza e l'eleganza nell’eccesso degli ornamenti più disparati, là si vede spinta sino al superlativo grado del ridicolo. Vi sono figurine di porcellana sugli armadi, tazze e zuccheriere chinesi sopra e sotto le tavole, piatti appesi alle pareti dal soffitto fino al pavimento, orologi, ovi di struzzo, barchette, bastimenti, conchiglie, vasi, piattini, calici, ficcati in tutti gl’interstizi e nascosti in tutti i buchi; qua-