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BROEK. 345

mostra i confettieri; una mescolanza di barbaro, di gentile, di presuntuoso, di lezioso, d’ingenuo, di sciocco, che nello stesso punto offenda il buon gusto, provochi le risa e innamori; immaginate insomma la più puerile stravaganza a cui si possa dare il nome di villaggio, e avrete una lontana immagine di Broek. Tutte le case sono circondate da un giardinetto, separato dalla strada da uno stecconato color cilestrino, della forma d’una balaustrata o d’una ringhiera, con pomi, mele o aranci di legno sulla punta degli stecconi. Le strade fiancheggiate da questi stecconati, sono strettissime e formate di piccoli mattoni di vario colore, messi di costa, e combinati in ogni sorta di disegni, in modo che da lontano le strade paiono coperte di scialli turchi. Le case, la maggior parte di legno, tutte col solo piano terreno, e piccolissime, sono color di rosa, color nero, colore cenerino, colore di porpora, colore azzurro chiaro, colore d’erba montanina; hanno il tetto coperto di coppi inverniciati e disposti a scacchiera; le gronde ornate d’una specie di festone di legno traforato come una trina; le facciate a punta, con una banderuolina sulla cima, o una piccola lancia, qualcosa che somiglia un mazzo di fiori; le finestre coi vetri rossi o azzurri, ornate di tendine, di ricami, di nastri, di reticelle, di frange, di nappe, di ninnoli; le porte dipinte e dorate, e sormontate d’ogni sorta di bassorilievi che rappresentano fiori, figurine e trofei, in mezzo ai quali si legge il nome e la professione del proprietario. Quasi tutte le case