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UTRECHT. 331

Luigi XIV, alla testa d’un esercito di trentamila soldati comandato dal Turenna, spande oro e favori lungo la via che gli si spiana dinanzi, come a un nume. Quattro città cadono in un sol tratto nelle sue mani. Cadono tutte le fortezze del Reno e dell’Yssel. Al lontano apparire delle pompose avanguardie reali, i nemici si dileguano. L’esercito invasore passa il Reno senza quasi incontrar resistenza, e questo passaggio è celebrato come un avvenimento meraviglioso presso l’esercito, a Parigi, in tutte le città della Francia. Cadono Doesbourg, Zutphen, Arnhem, Nosembourg, Nimega, Shenk, Bommel. Utrecht manda le chiavi delle sue porte al Re vincitore. Ogni ora del giorno e della notte porta la notizia di una conquista. Le provincie della Gheldria e dell’Over-Yssel sono sottomesse. Naerden, vicino ad Amsterdam, è presa. Quattro cavalieri francesi si avanzano fino alle porte di Muiden, a due miglia dalla capitale. Il paese è in preda alla desolazione, Amsterdam si prepara ad aprire le porte agli invasori, gli Stati Generali mandano quattro deputati a implorare clemenza dal Re. A tal segno è ridotta una repubblica ch’era l’arbitra dei monarchi! I deputati arrivano al campo nemico, il Re non li ammette alla sua presenza, il Luvois gli accoglie con scherno. Finalmente s’intimano loro le condizioni della pace. L’Olanda deve cedere tutte le provincie di là dal Reno e tutte le vie di terra e di mare, per le quali il nemico può penetrare nel suo cuore; pagare venti milioni di lire; abbracciare la re-