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AMSTERDAM. | 317 |
sua Idropica del museo del Louvre, e fra le gemme più peregrine della pittura olandese. È un piccolo quadro, il quale rappresenta sul dinanzi un maestro di scuola con due scolari e una ragazza seduti intorno a un tavolino; un’altra ragazza intenta a uno scolaretto che scrive sur una lavagna; e in fondo alla stanza altri ragazzi che studiano. Ma l’originalità del quadro consiste in questo: che le figure sono la parte accessoria; e la parte principale, i protagonisti, il soggetto del quadro, in una parola, sono quattro candele: una che brilla in una lanterna abbandonata sul pavimento, un’altra che illumina il gruppo del maestro e dei due scolari; una terza, tenuta dalla ragazza, che rischiara la lavagna; la quarta sur un tavolino in fondo, in mezzo agli scolari che leggono. È facile immaginare quanta varietà di luci, d’ombre, di guizzi, di tremolii, di barlumi, di sfumature, un artista come il Dow abbia saputo cavare da quelle quattro fiammelle; che infinite difficoltà siasi create, che infinita cura le sia costato il superarle, e con che meravigliosa maestria le abbia superate! Questo quadro, dipinto, come disse un critico, con ciglia di bambino appena nato, e coperto d’una lastra di vetro come una reliquia, fu venduto nel 1766 per ottomila lire, nel 1808 per trentacinquemila; e certo non basterebbe aggiungere uno zero a quest’ultima cifra per comprarlo al presente.
Non si finirebbe più di descrivere, se si volessero rappresentare soltanto i quadri principali dei grandi artisti che adornano questo museo. Il melanconico e