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AMSTERDAM. 309

Per finir di parlare degli stabilimenti, bisognerebbe rammentare le industrie particolari di Amsterdam, come il raffinamento del borace e della canfora e la fabbricazione dello smalto; ma son cose da lasciarsi ai viaggiatori enciclopedici di là da venire. Merita però un cenno speciale la pulitura dei diamanti, principalissima delle industrie amsterdamesi, la quale, come fu per lungo tempo, in Europa, un segreto degli Ebrei d’Anversa e d’Amsterdam, è tuttora esercitata quasi unicamente dai circoncisi. Questo commercio ammonta anno per anno alla somma di centomilioni di lire, e provvede alla vita di più di diecimila persone. Uno dei più belli opifici è quello posto in Zuanenburgerstraat, nel quale gli operai medesimi spiegano in francese le tre operazioni del taglio, della prima pulitura e della pulitura definitiva, fatte sotto gli occhi dei visitatori, con un garbo e una destrezza ammirabili. È bello il vedere quelle umili pietruzze, somiglianti a’ frammenti di gomma arabica sudicia, che a trovarsele in casa si butterebbero dalla finestra insieme coi mozziconi di sigaro, vederle in pochi minuti, trasformarsi, accendersi, animarsi quasi d’una vita sfolgorante e festosa, come se comprendessero il destino che li trasse dalle viscere della terra per farli servire alle pompe del mondo. Di quante strane vicende sarà testimonio o attore o cagione, quella piccola pietra che l’operaio stringe fra le dita del suo guanto ferrato! Andrà forse a brillare sulla fronte d’una Regina, che una notte l’abbandonerà nei suoi