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294 AMSTERDAM.

sbarre di ferro, e divise le une dalle altre da muriccioli ed assiti; e dentro queste specie di fortezze avanzate che ingombrano una buona parte della strada, vi son tavolini, panche con vasi di fiori, seggiole, secchie, carrette, ceste, carcasse di vecchi mobili; così che a guardar le strade da una delle estremità, pare che gli abitanti abbian portato fuori tutta la roba di casa per una sgomberatura universale. Moltissime case hanno un piano sottostante alla strada, al quale si scende per una scaletta di legno o di pietra; e in quel vacuo tra la strada e il muro, ci sono altri vasi di fiori, suppellettili, mercanzie esposte in vendita, gente che lavora, tutto un mondo sotterraneo che brulica ai piedi di chi passa.

Le strade principali presentano uno spettacolo unico al mondo. I canali sono coperti di bastimenti e di barconi; e sulle strade che li fiancheggiano, si vedono da una parte mucchi di botti, di casse, di sacchi, di balle; dall’altra una fila di botteghe splendide. Di qui formicola il popolo in soprabito, le signore, le fantesche, i merciaiuoli ambulanti, i bottegai; di là il popolo rozzo e vagante dei marinai e dei battellieri colle loro mogli e i loro bambini. A destra si ode il vivace cicaleccio cittadino, a sinistra le grida acute e lente della gente di mare. Da un lato si sente il profumo dei fiori che adornan le finestre e l’odore ghiotto delle trattorie; dall’altro, il puzzo di catrame e il fumo delle povere cucine delle barche a vela. Qui si alza un ponte levatoio