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AMSTERDAM. 293

uguali, e si va a gettare nell’Y. Quasi tutte le case sono fabbricate su palafitte per il che suol dirsi che la città di Amsterdam, rovesciata, presenterebbe lo spettacolo d’una grande foresta senza fronde e senza rami; e quasi tutti i canali son fiancheggiati da due larghe strade e da due file di tigli.

Questa regolarità di forma per la quale la vista può spaziare da tutte le parti, dà alla città un aspetto ammirabilmente grandioso. Ad ogni voltata di strada, si vedono nella nuova direzione, tre, quattro, persino sei ponti levatoi, quale ritto, quale abbassato, quale in movimento, i quali presentano all’occhio una fuga di porte, e una confusione inestricabile di travi e di catene, da far pensare che Amsterdam sia composta di tanti quartieri nemici fra loro e fortificati gli uni contro gli altri. I canali, grandi come fiumi, formano qua e là svolti e bacini spaziosi, intorno ai quali si gira, passando sur una successione di ponti congiunti gli uni agli altri. Da tutti i crocicchi si vedono prospetti lontani d’altri ponti, di altri canali, di bastimenti, di edifizi, velati da una leggera nebbia che fa apparire maggiore la lontananza.

Le case, quasi tutte altissime, rispetto a quelle delle altre città olandesi, nere, colle finestre e le porte contornate di bianco, colle facciate a punta e a scalini, decorate di bassorilievi che rappresentano urne, fiori ed animali; sono quasi tutte difese sul davanti da colonnette, balaustrate, stecconati, catene,