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HAARLEM. | 277 |
carestia. Il 25 marzo fecero una sortita, nella quale arsero trecento tende e presero sette cannoni; ma questa vittoria fa resa vana da una sconfitta toccata alla flotta del principe d’Orange venuta a battaglia nel lago d’Haarlem colla flotta spagnuola. Questa sconfitta gettò gli assediati nella disperazione. Nel mese di giugno erano già ridotti agli ultimi orrori della fame. Nei primi di luglio tentarono inutilmente di venire ad accordi coi nemici. Il giorno otto, cinquemila volontari olandesi mandati da Guglielmo d’Orange per soccorrere la città, furono sbaragliati; e un prigioniero fu inviato in Haarlem col naso e le orecchie tagliate a portare la notizia. Allora gli assediati risolvettero di formare una legione serrata, colle donne e i bambini nel mezzo, e di slanciarsi fuori della città per aprirsi un varco in mezzo al campo nemico. Ciò saputo, don Federico promise ipocritamente il perdono, purchè la città si rendesse senza indugio. La città si arrese, gli Spagnuoli entrarono, trucidarono tutti i soldati del presidio, fecero decapitare mille cittadini, e legatine duecento a due a due li precipitarono gli uni dopo gli altri nel lago. L’esercito spagnuolo aveva pagato con dodicimila morti questa vittoria di Pirro strappata col tradimento e contaminata col boia.
Dal Museo andai alla cattedrale colla speranza di sentirvi suonare l’organo famoso di Cristiano Müller, che si dice essere il più grande del mon-