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poichè i capolavori di questo grande artista ne sono il principale ornamento. Nato, come tutti sanno, a Malines, sulla fine del secolo decimosesto, egli visse molti anni in Haarlem, quando vi fioriva la pittura di paesaggio, e vi soggiornavano, fra gli altri illustri artisti olandesi, il Ruysdaël, il Winants, il Brouwer, il Cornelio Bega. La sala principale del Museo, che è vastissima, è quasi tutta occupata dai suoi grandi quadri. Entrando, si ha per un momento un’illusione singolarissima. Par d’essere entrati nella sala d’un banchetto, diviso, come sogliono essere i grandi banchetti, in varie mense; e che al rumore dei nostri passi, tutti i commensali si siano voltati per vederci. Son tutti gruppi d’uffiziali degli arcieri e d’amministratori d’ospedali, di grandezza naturale, quali seduti, quali in piedi, intorno a tavole splendidamente apparecchiate; e tutti coi visi rivolti verso chi guarda, come gente atteggiata davanti a una macchina fotografica. Da qualunque parte uno si volga, non vede che faccioni pieni di bonomia e di salute, e occhi fissi nei suoi che par che dicano: — Mi riconoscete? — E v’è tanta verità d’espressione in quei visi, che par davvero di riconoscerli tutti, di saper chi sono, d’averli incontrati parecchie volte per le vie di Leida e dell’Aja. Questa verità d’espressione, la giovialità della scena, il vestiario ampio e ricco del secolo decimosettimo, le armi, le mense, e il non esservi intorno altri quadri che chiamino il pensiero ad altri tempi, fa sì che paia veramente di veder l’Olanda di due-