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stampato con tavole di legno incise, e in parte con caratteri mobili; e porta la data del 1440; la data più remota che si possa ammettere per l’invenzione di caratteri mobili; nei quali consiste veramente l’invenzione della stampa. Stando dunque a questo Speculum il Gutenberg l’avrebbe tra capo e collo. Ma le prove? Qui comincia il busilli per l’inventore olandese. Fra gli oggetti appartenenti a lui, che si conservano nel palazzo municipale, caratteri mobili non ve ne sono; e manca pure ogni altro strumento, o documento scritto, o testimonianza qualsiasi, che provi indubitabilmente che codesto Speculum, o almeno la parte stampata con caratteri mobili, sia stata stampata dal Coster. Come suppliscono a questa mancanza i fautori dell’inventore olandese? Qui salta fuori un’altra leggenda. La notte di Natale del 1440, mentre il Coster, vecchio e malato, assisteva alla Messa di mezzanotte, pregando Iddio che gli desse forza a sopportare le persecuzioni e a lottare contro l’invidia dei suoi nemici, un suo operaio, uno di quelli ch’egli s’era associato con giuramento di non tradire il segreto della sua invenzione, gli avrebbe portato via gli strumenti, i caratteri, i libri; del che accorgendosi il povero Coster appena rientrato in casa, sarebbe morto di dolore. Secondo la leggenda, questo sacrilego ladro sarebbe stato Fausto di Magonza o il fratello primogenito del Gutenberg; con che si spiegherebbe, e come la gloria dell’invenzione sia passata dall’Olanda alla Germania, e come la statua del povero Coster abbia il diritto di riz-