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HAARLEM. 271

un’abberrazione di gusto spagnuolo, in casa olandese, da un artista esaltato dal ginepro. Ma la cosa più strana è una brutta statua di bronzo che si vede nel mezzo della piazza, con un’iscrizione che dice: Laurentius Johannis filius Costerus Typographiæ litteris mobilibus e metallo fusis inventor. Come! — si domanda lì per lì lo straniero ignaro della cosa; — che novità è codesta? non è Gutenberg l’inventore della stampa? Che cosa pretende costui? Chi è codesto Costerus?


Questo Costerus aveva nome Lorenzo Jauszoon, e fu chiamato Coster perchè fece il sagrestano, che si dice coster in lingua olandese. La tradizione racconta che questo Coster, nato in Haarlem verso la fine del secolo XIV, passeggiando un giorno nel bel bosco che si stende a mezzogiorno della città, staccò un ramo da un albero, e per divertire i suoi figliuoli v’intagliò con un coltello alcune lettere, le quali gli fecero nascere la prima idea della stampa. Infatti, tornato a casa, intinse quei tipi grossolani nell’inchiostro, li impresse sulla carta, fece nuove prove, perfezionò le lettere, stampò pagine intere, e finalmente, dopo una lunga vicenda di studi, di fatiche, di disinganni, di persecuzioni, delle quali fu fatto segno dai copisti e dai lucidatori; riuscì a produrre il suo capolavoro che fu lo Speculum humanæ salvationis, stampato in lingua tedesca, a colonne doppie e in caratteri gotici. Questo Speculum humanæ salvationis, che si può vedere nel palazzo municipale, è in parte