e costante. Questa lotta gloriosa, e la coscienza di dover tutto a sè stesso, deve aver infuso e fortificato in esso un sentimento altissimo della propria dignità e uno spirito indomabile di libertà e d’indipendenza. La necessità d’una lotta continua, d’un continuo lavoro e di sacrifizi continui per difendere la propria esistenza, riconducendolo perpetuamente al sentimento della realtà, deve averlo reso un popolo altamente pratico ed economo; il buon senso dev’essere la sua qualità più spiccata, l’economia dev’essere una delle sue virtù principali; deve quindi primeggiare nelle arti utili, essere parco di godimenti, essere semplice anche quando è grande, riuscire in tutto quello a cui si riesce colla tenacità dei propositi e con un’attività pensata e regolare; esser più saggio che eroico, più conservatore che creatore, non dare all’edifizio del pensiero moderno dei grandi architetti, ma molti abili operai, una legione di lavoratori pazienti ed utili. E in virtù di queste sue qualità di prudenza, di attività flemmatica e di spirito di conservazione, progredir sempre, ma a poco a poco; acquistar lentamente, ma non perder nulla dell’acquistato; esser restio a spogliarsi degli usi antichi; serbare quasi intera, malgrado la vicinanza di tre grandi nazioni, la sua originalità; serbarla passando a traverso di tutte le forme di governo, malgrado le invasioni straniere, malgrado le guerre politiche e religiose di cui fu teatro, malgrado l’immenso concorso di stranieri d’ogni paese che vi cercarono un rifugio e ci vis-